1° Monterosi - Firenze


La gita del silenzio
C’è una cosa che mi ha colpito in questa gita. I silenzi.
Nessuno parlava lungo la Cassia nei primi Km per il comprensibile timore reverenziale verso l’impresa che stavamo compiendo. C’era silenzio nelle prime calde e assolate salite. Silenzio lungo la Val d’Orcia, quando la prima fatica iniziava ad affiorare. Silenzio a Siena. Poche parole e sguardi che dicevano tutto a Barberino Val d’Elsa quando, dopo 220 Km e una salita spietata, c’era l’effettivo rischio di non farcela. Silenzio e sguardi persi nel vuoto lungo la salita di S. Casciano Val di Pesa. Silenzio e soddisfazione all’arrivo in albergo.

L’impresa
C’è da ammettere che abbiamo compiuto una vera e propria impresa. Nemmeno minimamente paragonabile alla pur impegnativa Roma-Siena a favor di vento dell’anno scorso. Nonostante il vento laterale e nonostante fossimo poco più di una decina, quest’anno all’entrata in Siena (pur sempre 180 Km) eravamo comunque quasi tutti in condizioni decenti. Tra Poggibonsi e Firenze si è consumato il dramma.
Durante la perlustrazione del percorso fatta qualche giorno prima il Presidente aveva accertato la presenza di tre impegnative salite nell’ultima parte del percorso ma ha pensato bene di annunciarle solo quando già eravamo tutti seduti sul pulman di partenza e non potevamo più scappare.

La partenza
Dopo esserci incontrati con i “romani” a Monterosi ci siamo immessi sulla Cassia alle ore 7:20 baldanzosi ma anche un po’ preoccupati. C’era il Presidente Sandroni, i due Ivani, i sempre presenti Massimiliano, Luciano e Marco, l’ingegner Zamponi (iscritto praticamente d’ufficio a sua insaputa), gli scudieri Marini e Tozzi, Roberto “Cip” unico coraggioso portacolori dell’ Albano Runner Bike (prima o poi imparerò anche il suo cognome..), Sandrone Centracchio e i colleghi “senatori” Paolo e Claudio. Ci seguivano dal furgone in questa prima parte Luca, Francesco e il General Maggio.

Proprio quest’ultimo, compagno di perlustrazione del percorso del Presidente, raccomandava spesso alla ciurma di mantenere un’andatura moderata, Francesco era sempre sorridente e dispensava battutine ma dopo avrà poco da ridere.
Marco, in coda, si staccava spesso nel tentativo di risparmiare energie ma poi era costretto a lunghe cavalcate solitarie per recuperare sul gruppo. Attraversiamo i bellissimi paesini di Sutri, Capranica e Vetralla ma purtroppo la strada rotta e trafficata ci costringe a stare in fila indiana. Dopo Viterbo si alza un bel venticello; allo scollinamento di Montefiascone Ivano e Sandro scoprono che la provvidenziale pizzeria dello scorso anno è chiusa, ci si ristora quindi a cioccolata. Francesco, come da programma, tira giù la bici e inizia a pedalare, dopo essersi risparmiato 50 Km.

Si entra in Toscana. Dopo Acquapendente e il paesaggio cambia completamente. La strada taglia Infinite distese di grano e fieno. Si veleggia tranquilli intorno ai 30 Km/h ma il vento laterale è un po’ fastidioso soprattutto per il fatto che siamo quattro gatti. Lungo la salita ognuno va del proprio passo, per una volta Francesco arriva davanti a Paolo in salita. Siamo al secondo ristoro in località Cacarello (che nome inglorioso) dopo circa 120 Km, la fatica per qualcuno già affiora. La cera di Piero Marini non è delle migliori, le biciclette vengono abbandonate sui prati e ci si ristora sdraiati per terra.
Anche Piero Maggio in questo frangente decide di salire in sella. La discesa verso la Val d’Orcia è veloce. Massimiliano, Luciano, Claudio e Sandro guidano il plotoncino con decisione, l’Ingegnere, nonostante il poco allenamento, resiste egregiamente.
La prima vera fatica
A Buonconvento (155° Km, 5:40 di corsa) la missione ci sembra quasi compiuta. Mancano solo 100 Km e spicci ed è appena l’una, non immaginiamo cosa ci aspetta. Un caffè ristoratore e si riparte decisi. Si attraversano sperduti paesini della Val d'Orcia senza un ombra di vita da dal fascino particolare.
Massimiliano spesso pare non gradire la compagnia e si avvantaggia solitario, Sandrone va in cerca dell’albero delle cerase dell’anno prima, il Generale tira con decisione, Marco e Ivano il Cavallaro si gestiscono in salita, il Presidente è la solita una roccia. Il caldo si fa sentire e la proverbiale mancanza di fontanelle della Toscana è un bel problema. Piero Tozzi inizia ad accusare un calo e pure Francesco non sta tanto bene. L’Ingegnere ha superato da molto il kilometraggio limite ma continua imperterrito.

A Siena (ore 14:30, 190° Km) si fa il punto della situazione. Molti sono stanchi e vorrebbero mollare. Il Presidente li esorta ma contemporaneamente ci ricorda che ci sono ancora salite e, per sbrigarci, evitiamo anche di fare una foto ricordo a Piazza del Campo. Sotto un cavalcavia appena dopo Siena, Francesco stabilisce che il mazzo è stato sufficiente e sale sul furgone. Luca a sorpresa decide di provare anche lui a far qualche chilometro e monta sulla sottodimensionata bici di Francesco.

La salita che non ti aspetti
Si arriva in un baleno a Poggibonsi, sviati dai cartelli stradali che ogni volta davano Firenze ad un chilometraggio diverso e qui iniziano le sorprese. Il primo strappo supera ampiamente il 10% e pare non finire più. Massimiliano e Sandrone, che già si punzecchiavano da tempo, provano ad accelerare ma c’è poco da scherzare; la durezza della salita li fa desistere dal prendere ulteriori iniziative che pagherebbero in seguito. Luciano e Ivano tengono appena meglio (quest’ultimo prova pure a bluffare ma Luciano non ci casca..). La salita continua per vari chilometri ed è più abbordabile ma complice la distanza ed il sole a picco è un’ecatombe. L’ultimo strappo al 15% all’entrata di Barberino Val d’Elsa è una coltellata per tutti; ognuno del proprio passo (a velocità oscillanti tra gli 11 e i 6 all’ora) raggiunge la cima con la lingua attorcigliata sul mozzo interiore.

Siamo al 230° Km, seduti al belvedere ci sono facce stravolte. Piero Tozzi, non in giornata, decide che basta così. Stessa decisione per Claudio nonostante avesse fin qui pedalato ottimamente. Un plauso particolare va fatto a Piero Marini, Ivano Farini, Paolo, l’Ingegnere e il Presidente che, a dispetto dell’allenamento e dell’età, scelgono di non mollare. Roberto pedala ancora molto bene, Ivano ha dei serissimi problemi in discesa a causa di ruote troppo rigide e della lucidità ormai al lumicino, Sandrone ha le forze di stomaco (sintomo inequivocabile del superamento della soglia d’allarme), Marco Sparaco sembra gestirsi ancora bene. Luciano e Max non sembrano accusare più di tanto.

I tre chilometri da campione
Le salite non sono finite: c’è ancora lo strappo di Tavarnelle e la lunga ascesa a S. Casciano Val di Pesa. A questo punto Ivano Farini ha una botta da matto. Si sente inspiegabilmente bene e decide di dare tutto, scatta ripetutamente in pianura ai 50 all’ora e affronta la salita col 53 levandosi di ruota anche Luciano che è quello che sta pedalando meglio. Lo raccoglieranno esanime e stordito su di un prato qualche chilometro più avanti. Almeno però ha avuto i suoi 3 km di gloria !!

A S. Casciano ci si riferma di nuovo. Sono le 18:00, quasi 11 ore che siamo in bici, Firenze è a pochi chilometri ma sembra non arrivare mai. Gli ultimi 50 km sono stati percorsi ad una media reale (incluse le pause) di circa 17 Km/h. In questo frangente evito di fare foto per salvaguardare la dignità dei partecipanti. Aspettiamo per vari minuti Ivano il cavallaro e Marco che in realtà sono nascosti dietro la curva stesi su di un prato. Ormai le difficoltà sono finite. La fatica dà alla testa e spesso fa fare cose insolite. Un gruppetto con Max, Presidente e Generale si avvantaggia, poi si ferma e fa il presentat'arm al resto del plotone che sopraggiunge. Vabbè....

Solo 10 Km di discesa poi a seguire la dolce ascesa al belvedere di Firenze per coronare l’impresa con una foto degna. Il furgone al seguito, guidato da Francesco seminudo e con Claudio e Piero che prendono in giro i polpacci abbrustoliti di Ivano, decide di fare il pelo ad un Porche, il conducente scende ma poi vedendo Francesco a petto nudo, con la faccia stravolta e con l’abbronzatura a strisce rimonta subito sulla sua coupè e si allontana a gran velocità.

L’arrivo
La soddisfazione in cima a Piazzale Michelangelo è grande, l’impresa è compiuta. La nomina di Cavaliere del Giglio di Firenze è stata acquisita. Abbiamo però anche una gran voglia di raggiungere l’albergo e stenderci su di un materasso.
I computerini segnano circa 262 Km, 9:50 di pedalata, media reale intorno ai 24,5 Km/h ma circa 11 ore e mezza col sedere sul sellino.
Molti avevano dubbi sulla riuscita della manifestazione, invece tutto è andato bene; la fatica è stata tanta ma noi ne siamo abituati, non ne abbiamo paura, ne siamo più forti.
Molti ci hanno preso per matti. Gente con più di sessantanni e con un allenamento massimo di 130 Km che si butta a fare il doppio dei chilometri, un accanito fumatore che esce solo la domenica che in una sola uscita si sciroppa il 10% dei chilometri percorsi da gennaio, gente con l'anca bionica che fino a qualche hanno fa aveva problemi a camminare ora se ne fa 150 in bici, gente che conosce la bici da due anni o poco più e fa cose che molti dei più navigati ciclisti nemmeno se le sognerebbero, gente che si alza tutti i giorni alle 3 del mattino, si allena stancamente nei ritagli di tempo, che si butta comunque nell'impresa.
La risposta è: hanno ragione.
Siamo dei matti; ma l'incoscienza è il sale della vita e la soddisfazione e il divertimento che si prova in queste mattate ne ripaga ampiamente la fatica.
Gli undici atleti che hanno concluso la prova integralmente sono: Sandro Sandroni, Ivano Farini, Piero Marini, Sandro Centracchio, Ivano Maggioli, Marco Zamponi, Roberto, Luciano Giusti, Massimiliano Mampieri, Marco Sparaco e Paolo Capuani.
Grazie a tutti e complimenti.
Ivano


..a grande richiesta torna "L'angolo della narcolessia"
I due ragionieri all'incasso

Iniziamo con qualche foto


Il Sacro Ordine dei Cavalieri del Giglio di Firenze

DECRETA

che i seguenti atleti
Sandro Sandroni
Paolo Capuani
Sandro Centracchio
Ivano Farini
Massimiliano Mampieri
Ivano Maggioli
Luciano Giusti
Piero Marini
Marco Sparaco
Roberto "Cip"
Marco Zamponi
Piero Tozzi
Claudio Paciucci
vengano insigniti della nomina di
Nobile Cavaliere del Giglio di Firenze

DECRETA INOLTRE

a riconoscimento del coraggio dimostrato e dell'impegno profuso
le seguenti insignie

Piero Maggio: Scudiero di corte e Conte di C.
Francesco Barzellotti: Vassallo del Ducato (Fiat)
Luca Pinarello: Confratello del Marchesato Fiorentino

La partenza

psichedelica






La salita di Radicofani

I primi sintomi della cotta

La Val d'Orcia

Il Marini mi sa che non è in giornata...

Buonconvento ore 13:00 155 Km percorsi

Siena toccata e fuga

La vestizione


La svestizione
Barberino Val d'Elsa (220° Km) un tratto drammatico per tutti

Mo sego la bici

Ivano non parla più..

San Casciano Val di Pesa. Non c'è Ivano il cavallaro. Dove si sarà nascosto ?

Cip a Firenze

Max soddisfatto
Cani morti a Firenze 261 Km

Vi prego notate l'espressione di Paolo... dice tutto

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