E così dopo anni e anni s’è tornati da Spadone.
La gita a Rocca di Cambio è sempre stata una di quelle che ricordiamo con più affetto.
Sarà per la bellezza dei luoghi, sarà per la quantità del mangiare, sarà per la difficoltà del percorso, sarà per le epiche imprese compiute sullo stradone dell’altopiano; fatto sta che di cose da raccontare ne abbiamo avute tante.
Una volta si partiva da Roma e ci si sciroppava 155 Km (nonché migliaia di metri di dislivello).
Tuttavia purtroppo gli anni passano per tutti. Così quest’anno in molti hanno preferito pernottare il sabato, così da permettere una maggiore ossigenazione in altura (molto importante per la prestazione ciclistica) e passare una giornata in più in tranquillità, rilassatezza ….e cazzeggio.
http://connect.garmin.com/activity/342486190#.UeLm3GiZxZk.blogger
 |
Paolo in testa! |
Cicerone del
gruppo è Piero: accolto nell’Altopiano delle Rocche quasi come un Papa a dimostrazione
del buon ricordo che ha lasciato alla popolazione negli anni del suo servizio
in zona. Con tal biglietto da visita è chiaro che le
porte dei migliori alberghi e ristoranti si siano aperti per noi.
La mattina,
nel silenzioso piazzale di Rocca di Cambio, si presentano a far casino ( e a
prendere d’assalto il bagno…): il Presidente, il Generale, Piero il
Carabiniere, Piero il Falegname, Piero il Marinese, Massimiliano Ovvio , Ivano
Cavallaro, Ivano ex-scalatore, Marco l’Ingegnere, Francesco Schleck, Paolo
Armstrong, Maurizio l’organizzatore, Enrico il fenomeno e nientepopodimenoché
Bruno “altridueanniastilivelli” Valentini. Ad accompagnarci nella trasferta numerose
consorti che si dedicheranno a lunghe passeggiate nel fresco.
Il Garibaldi
ufficiale della corsa recita: partenza in discesa, Rocca di Mezzo, Valico della
Forcella ai 1.400 mt, ancora discesa verso Secinaro, qualche breve rimbalzo in
direzione di Tione degli Abruzzi e caffè a Fontecchio, raggiungimento della
Piana di San Demetrio ne’ Vestini e infine salita al Valico di Rocca di Cambio
(17 Km al 4,7% per un totale di 800 mt di dislivello). I chilometri sono 85 ma
il dislivello è abbondante.
Il meteo fortunatamente
ci assiste. E’ molto facile in questi luoghi incappare in temporali. La temperatura
inoltre è accettabile, né freddo né caldo.
La strada scorre velocemente nei primi chilometri, causa altimetria
favorevole. Teniamo circa 30 di media. Alle
10:00 siamo già a metà percorso!! Ma la
salita finale rimetterà la media apposto.
 |
La prima salita |
Nel frattempo
Bruno farà amicizia con gli avventori del Bar Terenzi di Secinaro che gli
daranno importanti indicazioni sulla strada da percorrere. Le pedalate di tutti
paiono abbastanza sciolte, segno di una buona preparazione da parte di tutti. Salta
all’occhio soprattutto Paolo, reduce da uno stage in altura alle Tre Cime di
Lavaredo, la sua pedalata agile ricorda molto da vicino le accelerazioni di
Froome sul Ventoux. Francesco tenta di stare al passo ma oggi, soprattutto nella
prima parte del tracciato, è difficile. Il generale e l’ingegnere si trovano a
loro agio su lunghe salite. Così come Maurizio, nonostante sia sempre stato
considerato un velocista, non ha paura ad approcciare una salita di 20 Km col
53.
Le strade sono
spettacolari. Larghe e deserte… avremo incrociato 10 macchine i tutto. La
completa assenza di buche ci ricorda che non tutte le strade del mondo sono
come quelle di Roma. Attraversiamo paesi devastati dalla furia del terremoto
del 2006. Fasce e ponteggi sono presente in tutti i fabbricati più vecchi. Le
casette-container di Berlusconi sono invece parcheggiate all’esterno dei paesi.
Fossa è uno
dei paesi più profondamente colpiti dalla sciagura ma è famoso anche perché ci compro
l’abbacchio per Pasqua. Noi invece lo ricorderemo per il chilometro scarso in sampietrini
al 16% che abbiamo dovuto percorrere, salvo poi dover tornare indietro perché la
strada era chiusa. Piero si beccherà sonori vaffa, ma si sa che il mestiere
dell’organizzatore è molto rischioso con tali clienti.
Le
imprecazioni si sprecheranno.. il primo a cominciare è Ivano, reo di aver
cominciato la salita col 50 non riesce più a cambiare; poi è la volta di Piero
Tozzi, che prima ride delle disgrazie di Ivano, salvo poi accorgersi che pure lui
ha il 50 innescato; c’è poi una signora del paese, intenta nelle pulizie di
casa sua, dopo aver mandato in frantumi
qualcosa, si lascia andare ad imprecazioni blasfeme, arrivati in cima una
vecchietta ci informa che la strada è chiusa. Sarà l’apoteosi!
Monti aspri e
minacciosi si stagliano davanti a noi, il bello è che dobbiamo arrivarci in
cima; pochi km di pianura fanno da preludio al piatto forte di giornata.
La salita
verso Rocca di Cambio, dicevamo, è lunga 17 chilometri; molto molto pedalabile tuttavia
noi non siamo abituati ad affrontare salite di tal lunghezza. Più di qualcuno
ne farà le spese, perché partito con troppa baldanza o perché già con le
energie al lumicino. Si tratta però di una salita molto bella tecnicamente,
senza strappi evidenti e con panorami spettacolari; basta prendere il ritmo
adatto e si arriva in cima senza troppa sofferenza. La provvidenziale fontana di
San Martino a pochi chilometri dalla cima ci permette di reintegrare i sali minerali
necessari. Come dice il proverbio dei ciclisti di zona “se bevi a San Martino,
la salita è ormai finita”.
Enrico se la
fa tutta di 53 in scioltezza e senza fiatone ma non fa testo; il trio defelice,
rosati, maggioli (abituati a Fedaia-Sella-Pordoi) lo segue a pochi minuti, a
pochi secondi arriva poi il Marini, autore di un’ottima prestazione in quanto
la salita è molto adatta alle sue caratteristiche di regolarista-agile; c’è poi
il Generale bionico, Massimiliano e via via tutti gli altri.
Si è fatto mezzogiorno; Bruno ci raggiungerà appena qualche minuto più
tardi, dopo essersi sciroppato il Valico
della Forchetta al contrario, pur sempre 20 Km di salita al 4%!!
Il tempo si va
guastando. Spadone ci accoglie con la consueta ospitalità e abbondanza di cibo
(3 primi, carne, contorno, dolci, vino e genziana a volontà per 20 Euro…).
Pascoliamo nel
ristorante fino alle 17 gustandoci il finale di tappa del Mont Ventoux, tra
tifo e sfottò; con grande gioia delle accompagnatrici che ormai non vedono l’ora
di tornarsene a casa!!!
Che dire… gita promossa a pieni voti, sia per il
percorso che per la logistica. I quindici ciclisti presenti hanno gradito.
Un appuntamento da replicare
senza dubbio.
 |
Fontecchio |
 |
Ma che tocca arrivare lassù? |
 |
si si tocca arrivà lassù!! |
 |
Lo strappo di Fossa |
 |
Daje Ivano!!! |
 |
Piero!!! Leva il 50!!! |
 |
L'eterna lotta |
 |
Gli indiani vi scrutano dall'alto |
 |
L'ultimo valico |