Domenica 24 Giugno il G.C. Luca Pinarello è stato protagonista di una ciclo pedalata sulle strade umbre chiamata per comodità Roma – Todi ma che in realtà unisce le località di Magliano Sabina e San Venanzo.
L’afa romana regalataci da Scipione l’Africano non si è fatta sentire sulle strade umbro-sabine percorse dai nostri eroi, ma la sete e il solleone hanno comunque fatto vittime.
Il percorso, rivisitato rispetto alle precedenti edizioni, ci ha visto alla partenza di Magliano Sabina anziché Nepi, per evitare che il pullman trovasse troppo traffico sulla via del ritorno. Inevitabili vicissitudini ci hanno comunque fatto far tardi come al solito. Anche la prima parte del percorso è stata necessariamente modificata, presentandoci diversi strappetti inediti. La lunga salita di Monte Peglia (20 Km) verrà affrontata dal versante originale, visto che nella gita precedente siamo stati costretti ad una deviazione.
Alle ore 7:00 raggiungiamo l’uscita A1 di Magliano e ci prepariamo alla sgambata. Le donne invece vengono dirottate verso Bevagna, da dove però se la svigneranno presto per raggiungere l’Agriturismo “Il Posto delle More” e soprattutto la relativa piscina.
Da segnalare con piacere la re-entry di diverse facce note. Piero, Sandro, Tony e Fausto ci gratificano della loro presenza dopo tanto tempo. Maurizio, ripresosi dalle fatiche organizzative del Memorial Cingolani, arriva accompagnato da Gigi, speaker della manifestazione e neofita della bicicletta ma dotato di grinta da vendere. Ci sono poi le solite facce onnipresenti: Paolo, Lionello, Massimiliano, Generale, Presidente, Ivano, Roberto (ribattezzato da scarparo a Scarponi), Ivano, Franco, Piero Tozzi, Piero Marini, Marco IBM, i “fratelli Shleck” Livio e Francesco, i marinesi Mimmo e Vitarello.
Si parte subito in salita. Almeno per venti chilometri gli strappi e le salite si susseguono. Le strade sabine, soprattutto a quest’ora della mattina, sono un vero paradiso: nemmeno una macchina ci disturba, tanto che spesso ci dimentichiamo di essere su strade aperte al traffico.
Fausto, solito gregario mercenario, è indeciso se mettersi al servizio di Paolo o Roberto. La strada però lo porterà involontariamente a favorire Francesco.
Dopo Narni ricominciano gli zampellotti in salita, ma comunque procediamo tranquilli e frazionati in gruppetti. E’ abbastanza presto e ci concediamo una pausa al bar estemporanea aspettando che gli ultimi del gruppo riguadagnino le ruote (brutta vita quella dei tapascioni: devono farsi un mazzo non indifferente per rincorrere i più allenati e poi non hanno nemmeno il tempo di fermarsi visto che gli altri ripartono subito per non perdere tempo).
Francesco sembra pedalare benino, ma per vedere i risultati bisognerà aspettare qualche mese quando, complice il nuovo lavoro meno stressante, potrà concentrarsi di più sull’allenamento. Il fratello Livio “Andy Shleck” punterà tutto sul Barzellotti Day di Luglio, dove giocherà in casa. Roberto “Briatore” è in ottima forma come al solito. Il Presidente un po’ meno. Vitarello ci segue col furgone. Per le prossime volte però bisognerà ingaggiare qualche amico non ciclista che si sobbarchi l’onere di scortarci con l’ammiraglia Giuliangeli, affinché tutti possano giustamente godere appieno della pedalata.
Fausto, Tony, Sandro, Maurizio e Piero provano spesso a fare dietro motore (sia in salita che in discesa) contro i numerosi Ape e camion e trattori che si incontrano lungo la via. Il primo per poco non ci rimette un ginocchio per via di un salto di catena. Anche Massimiliano litiga col cambio, imprecando violentemente contro il suo meccanico.
Attraversiamo meravigliosi paesini e paesaggi. Narni e la sua rupe, Amelia coi suoi casali, Lugnano in Teverina, la valle del Tevere e soprattutto Guardea, incantevole e sperduto paesino che l’anno scorso ci accolse a festa con tanto di Sindaco in bicicletta. Quest’anno però, nonostante non ci sia stata la festa paesana, ci siamo comunque fermati per prendere un caffè all’ombra degli alberi della piazza centrale. Da sottolineare comunque la rilevante presenza di bellezze femminili nel paesino. Sarà questione di Dna!
Si riparte adagio, è ancora abbastanza presto, le nostre donne sono già a prendere il sole a bordo piscina. Le auto sono ancora molto poche e non danno fastidio. Da Guardea c’è una discesa lieve di circa 10 chilometri che ci riporta nella valle del Tevere. Complice la presenza di molti buoni discesisti il gruppo si spezza in due e il buon Francesco rimane davanti. Gli balena subito in testa l’idea di provare ad andare al traguardo avvantaggiandosi con questo gruppo, un po’ come fece anni fa in direzione di Tolfa. Li incita quindi a continuare nell’azione. Stavolta però ci sono parecchie ruote buone. Maurizio e Fausto tirano fissi a 35 Km/h, Piero lo sprona a rimanere a ruota, dentro c’è pure il Generale che sgambetta agile. Fatto sta che dopo dieci chilometri il vantaggio è parecchio ma è pure vero che Francesco è ormai bello che cotto. E iniziano pure 20 Km di salita! Con un incoraggiamento finale (“Francè, mo è tutta salita, adesso pensace te!!”) viene quindi lasciato al proprio destino.
Poco prima della salita Ivan fora una ruota. Sandro Centracchio giustamente si ferma per dargli assistenza e a sto punto aspetta pure gli altri. Così come fa Tony.
Guardea |
Piero |
Francesco |
Stravolti dopo la salita |
La salita inizia da Orvieto Scalo ed è inedita per tutti, si sa solo che bisogna scollinare alle antenne, solo che le antenne non si vedono. Misura 19,5 Km al 3,5 % quindi molto pedalabile, sarebbe da rapporto ad avere le gambe. Vista la lunghezza ognuno e costretto ad andare del proprio passo. Si sale a velocità variabili tra i 14 Km/h dei più lenti ai quasi 20 Km/h dei due smilzi battistrada. Le frequenti spianate consentono alla bici di prendere velocità e di respirare. Veramente una bella salita anche dal punto di vista paesaggistico, sicuramente meglio del versante dello scorso anno. 20 km sono comunque tanti. Francesco decide di saltare alla guida del furgone per evitare di saltare lui stesso.
Dopo dieci chilometri c’è un bivio, molti pensano che la salita sia quasi finita, in realtà ne mancano ancora altri dieci, le antenne sembrano vicine, ma il fatto è che sono molto alte e per arrivarci la strada fa un giro assurdo. Anche Mimmo e Vito pensano che la salita sia finita e infatti imboccano la discesa, uscendo dal tracciato e solcando sconosciute strade verso Todi.
Come lo scorso anno, la sete la fa da padrona su queste strade. Le fontanelle sono molto poche lungo il percorso e completamente assenti sia lungo la salita che in cima (a futura memoria: le uniche fontanelle sono due chilometri dopo lo scollinamento in frazione Ospedaletto e un paio di chilometri più giù sulla sinistra in corrispondenza di una curva); il furgone pensa bene di andare a recuperare i dispersi lasciando però gli altri a secco.
In cima alle antenne svalica per primo Piero Rosati, a due minuti Ivano, poi Massimiliano, quindi Maurizio. Arriva poi Tony in forte rimonta da dietro e poco dopo il Generale, come al solito dominatore della sua categoria. La coppia Ivan e Franco a seguire.
Come al solito la classifica è un puro esercizio statistico visto che, non essendo una gara, non tutti partono insieme e molti sono costretti alle retrovie a causa di imprevisti o semplicemente per salire insieme agli altri. Altrimenti avremo un Piero Marini sempre tra i primi o, come in questo caso, un Sandrone o un Tony molto più avanti.
Per ovviare a questo inconveniente consiglio a tutti di scaricare l’applicazione per cellulare Strava (www.strava.com). Basta un cellulare da 100 euro dotato di connessione wi-fi e gps. L’applicazione, una volta fatta partire, registra il tragitto percorso, calcolando automaticamente i tempi registrati su ogni salita percorsa e mettendoli in classifica su internet.
I rimanenti dieci chilometri sarebbero di discesa ma in realtà sono intervallati da una serie di strappetti . Sia i primi che gli ultimi sono piuttosto affaticati. Sono più di 4 ore che si sta in sella e la salita è stata parecchia.
Ci aspettano però gli ultimi due problemi: imboccare il bivio giusto dell’agriturismo; percorrere l’ultimo micidiale strappo al 15% su sterrato.
Il bivio è precisamente al chilometro 29,300 ma in pochi se lo ricordano; così molti sono costretti a chiedere indicazioni (come il Marini abbandonato poi però all’uscita di un negozio) o a tornare indietro. L’ultimo chilometro ha pendenze ardite e la bici slitta per tutti: qualcuno scambia l’agriturismo per il castello in cima al colle sentendosi male, altri si limiteranno a lagnarsi (“questi so’ matti, questi so’ matti!!”).
Il bivio è precisamente al chilometro 29,300 ma in pochi se lo ricordano; così molti sono costretti a chiedere indicazioni (come il Marini abbandonato poi però all’uscita di un negozio) o a tornare indietro. L’ultimo chilometro ha pendenze ardite e la bici slitta per tutti: qualcuno scambia l’agriturismo per il castello in cima al colle sentendosi male, altri si limiteranno a lagnarsi (“questi so’ matti, questi so’ matti!!”).
Maurizio, Massimiliano e Piero fanno valere le loro doti in discesa raggiungendo per primi l’agognata piscina in quasi 5 ore. Gli altri a seguire con molta calma. Resta dunque solo da andare a recuperare i due sventurati dispersi, nel frattempo qualcuno del gruppo si rilassa a bordo piscina con il costume-pantaloncino a bretelle anni 30.
Dormono tutti, dormiamo pure noi!! |
L’agriturismo “Il posto delle more” si rivela come al solito delizioso. Il pranzo a base di tagliatelle e carne alla brace è semplice ma squisito. La bellezza e la tranquillità del posto (e anche il fatto che ogni volta mangiamo alle 14:30 e andiamo via di corsa con un tour de force che necessiterebbe di un giorno di riposo il lunedì) ci fa pensare di organizzare diversamente la cosa. Andare su il sabato in bici, pranzo, piscina, dormita; domenica mattina passeggiata a Perugia, Todi o Assisi con consorti e ripartenza con calma la domenica pomeriggio. E visto che ci siamo ricordiamoci pure di non prendere in affitto il pullman da 17 metri visto che si rischia ogni volta di precipitare giù dalla scarpata dell’agriturismo e prima o poi dovremo organizzare un “Memorial donne del G.C. Luca Pinarello”.
Ci vediamo al Barzellotti Day del 15 Luglio per mangiare “il pesce in salita”.
Dietro motore!! |
Manutenzione dei tubolare |
"Datte al Go-Kart" un anno dopo |
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