Sfida alle vette mitiche - Il trenino rosso


Il giorno successivo, dicevamo, è in programma una rilassante passeggiata fino a St. Moritz in sella al famoso trenino rosso (patrimonio mondiale dell’Unesco) che collega l’Italia al Cantone dei Grigioni. Lo sferragliante e caratteristico trenino risale la Val Poschiavo da Tirano fino al Passo Bernina (2238mt) attraversando valli, gallerie, laghi e massicci. In un primo momento decidamo di goderci il paesaggio dal vagone scoperto accompagnati rumorosamente dai canti dei ragazzi dell’oratorio ma poi, verso i 1300 mt di quota, decidiamo coscienziosamente di rientrare al coperto onde evitare assideramento.

L’Italia è il paese del sole... e infatti appena varcata la dogana ci assale un violento nubifragio che ci accompagnerà fino a St. Moritz impedendoci di visitare la ridente cittadina elvetica. Il pranzo, a base di pangasio, è consumato nel ristorante più economico dell’Engadina o forse dell’intera Svizzera, sapientemente scovato dal Ns. infallibile Presidente: per non apparire pulciari lasciamo più di 10 euro di mancia ai precisissimi svizzeri nonostante abbiano toppato clamorosamente tutte le ordinazioni. Dopo un’approfondita visita della stazione ferroviaria (unico luogo visitabile sotto il nubifragio) ritorniamo mestamente in patria ammirando però, stavolta, lo splendido ghiacciaio del Bernina sgombro di nubi. Il nostro vagone, adibito a vagone letto nella prima parte del viaggio, pare non bastare a Bruno e Max che decidono di passare abusivamente in prima classe venendo però vergognosamente smascherati dal controllore dopo 5 minuti. Rientrati in patria rispunta immediatamente il sole alla faccia dei luoghi comuni. Il pomeriggio viene utilizzato quindi per depredare l’intera Bormio di bresaola e formaggi da riportare nella capitale. Massimiliano, non soddisfatto dell’acquisto della bandana di Minnie (indumento che verrà introdotto ufficialmente nella divisa sociale dell’anno prossimo) svaligia ogni negozio di articoli sportivi che gli capita a tiro. Cena sostanziosa poi a nanna presto che c’è l’indomani c’è da schiattare.

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